venerdì 24 settembre 2010

Tree of Mind - Ernst Von Glasersfeld


Lo Spazio, crediamo, è il luogo dove stanno le cose e il Tempo è ciò che fornisce loro la durata, che le fa essere ancora là quando le riguardiamo.
Dicendo “le cose sono” o “sono là”, ci convinciamo che “esistono”, e ciò che “esiste”, pensiamo, deve farlo , senza curarsi in alcun modo della nostra percezione o della nostra esperienza.
Il monte Etna si eleva sulla Sicilia come una torre senza preoccuparsi dei siciliani, Monnalisa sorride sia che il Louvre sia o no aperto al pubblico, e il fiume Inn scorre attraverso l’Engadina anche quando nessuno mette a bagno un dito nelle sue acque gelide.
Tutto questo (e anche di più ) è ciò che crediamo essere la realtà. Il monte, il sorriso dipinto e – nonostante ciò che ha sostenuto Eraclito – persino il fiume che scorre, si suppone abbiano il loro posto e rimangano ciò che sono. Devono conservare la loro identità devono rimanere gli stessi individui, o altrimenti, smettere di esistere.
Non sembra esserci un gran problema in questo.
La penna che tengo in mano non diventa un’altra penna mentre voi la guardate. Siete piuttosto sicuri di questo – almeno fino a quando non avete visto un baro fare un gioco di abilità con le carte. Allora capite immediatamete che le cose possono cambiare identità sotto i vostri occhi.
È una questione di velocità – e la velocità dopo tutto è il quoziente di spazio e tempo.
La conservazione dell’identità individuale potrebbe essere un problema maggiore di quel che sembra.
Lo spazio è il medium nel quale le cose conservano o, a seconda del caso, cambiano la loro posizione; il tempo è il medium nel quale esse devono mantenere la loro identità affinchè non spariscano come “cose” e vengano ridotte ad apparizioni momentanee.


[CONTINUA]

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