mercoledì 15 giugno 2011

Tree of Men - Rupert Sheldrake



(Rupert Sheldrake, Newark-onTrent, 28 giugno 1942)

RUPERT SHELDRAKE è un biologo che con le sue ricerche ha rilanciato una grande sfida ai paradigmi della scienza convenzionale. È autore di molti saggi scientifici e di alcuni libri molto apprezzati, tra i quali Sette esperimenti per cambiare il mondo (Corbaccio, 1995) e I poteri straordinari degli animali: cani telepatici, gatti che prevedono i terremoti, tartarughe che ritrovano la strada di casa (Mondatori, 2000). La sua ricerca e i suoi libri, che si basano sull’ipotesi controversa secondo la quale l’organizzazione delle forme in natura è determinata da campi morfici, documentano i suoi studi rivoluzionari nella sfera dei fenomeni che la scienza fatica a spiegare.
Sheldrake ha conseguito il dottorato in biochimica a Cambridge ed è membro del Glare College alla Cambridge University, dove è stato a capo del dipartimento di biochimica e biologia cellulare. Fa parte dell’Institute of Noetic Sciences di San Francisco.
Rupert è l'autore di A New Science of Life e di The Presence of the Past, libri nei quali espone la sua teoria per spiegare il misterioso processo della morfogenesi. Nel 1981 la rivista scientifica britannica Nature ha definito A New Science of Life come «il miglior candidato per essere dato alle fiamme da molti anni a questa parte», mentre il New Scientist l'ha chiamato «una importante ricerca scientifica sulla natura della realtà biologica e fisica». Altre opere significative sono The Rebirth of Nature, in cui esamina le implicazioni filosofiche della morfogenesi, e Trialogues at the Edge of the West, scritto con Terence McKenna e Ralph Abraham, in cui analizza e dibatte molte idee sulla natura della realtà.
Altre informazioni si possono leggere sul sito www.shaldrake.org

Secondo la teoria di Sheldrake, se un certo numero di persone sviluppa alcune proprietà comportamentali o psicologiche od organiche, queste vengono automaticamente acquisite da altri membri della stessa specie. Così, se una buona parte dell'umanità raggiunge un certo livello di consapevolezza spirituale, questa stessa consapevolezza si estenderebbe per risonanza morfica ad altri gruppi, coinvolgendo quindi l'intero sistema (questo numero di persone o comunque di individui appartenenti ad ogni altra specie in cui si verificherebbe un analogo fenomeno è chiamato massa critica). Ogni trasformazione individuale comporta una modificazione del sistema e chi si trova all'interno di questo sistema viene inevitabilmente coinvolto. Cominciamo quindi a trasformare noi stessi. Questo è il massimo che possiamo fare. La trasformazione personale è l'arma più potente che si possa usare per modificare l'umanità e l'intero pianeta.
Questa esemplificazione discende dalla controversa teoria della "causalità formativa" di Sheldrake, che ovviamente implica un universo non meccanicistico e governato da leggi che sono esse stesse soggette a cambiamenti.



D – In che modo l’esperienza con le droghe psichedeliche ha influenzato il suo modo di considerare la scienza e la vita?
R – Credo che le droghe aprano dimensioni mentali e cognitive di cui altrimenti la maggior parte di noi non farebbe esperienza. Ci dimostrano che la realtà non è solo quel che ci insegnano i manuali di psicologia e il modello scientifico classico del cervello. Così, capiamo che esistono sfere di esperienza che trascendono la normale consapevolezza della veglia.
Credo che per molte persone, me compreso, le sostanze psichedeliche possano rivelare un mondo di consapevolezza e interconnessione simile all’esperienza mistica, del tipo noto a molte tradizioni religiose. Quindi penso che, in questo senso, l’esperienza psichedelica sia simile al misticismo; anzi, che di fatto sia una specie di misticismo. E per misticismo non intendo oscurantismo: intendo l’esperienza cosciente e diretta di sfere di coscienza ampliate, o di altre zone di consapevolezza che vanno al di là di quelle di cui normalmente facciamo esperienza nella nostra vita di tutti i giorni.

D – Perché crede che sia particolarmente importante studiare il rapporto fra esseri umani e animali domestici?
R – Perché ci sono tantissime cose che non capiamo del comportamento animale, e non ci sono animali che conosciamo meglio di quelli che stanno nelle nostre case: le persone che hanno un animale domestico possiedono miniere di informazioni. Li conosciamo decisamente meglio degli animali selvatici, che dopotutto non osserviamo molto, o degli animali da laboratorio, che vivono in condizioni estremamente artificiali. Di solito, il comportamento degli animali da laboratorio non è studiato con molta attenzione, e spesso è innaturale a causa delle gabbie in cui sono rinchiusi e delle condizioni in cui vivono. Gli animali domestici sono quelli che conosciamo meglio, e che credo abbiano più cose da insegnarci. Inoltre, creano legami con i padroni, il che significa che le persone non sono semplici osservatori, ma interagiscono con gli animali. È un’interazione molto interessante per le persone. È per questo che vogliono avere animali domestici. Tutto ciò costituisce una quantità enorme di materiale per la ricerca. Studiando gli animali domestici e i rapporti fra questi e le persone, possiamo raccogliere tante informazioni anche solo chiedendo alle persone quello che hanno osservato. Ho un database ricchissimo, contenente ormai più di cinquemila casi, e questo materiale costituisce il punto di partenza per la mia storia naturale delle capacità inspiegate degli animali.

D – Qual è la sua idea di Dio, e vede una teleologia nell’evoluzione?
R – Credo che Dio sia un organismo, piuttosto che una sorta di gigantesca mente corporea o un vecchio seduto tra le nubi. La mia idea di Dio è influenzata dalle tradizioni indù e cristiana, che vedono la realtà come qualcosa di trinitario, o triplice. Gli induisti hanno una trinità di dei: Brama, creatore di tutte le cose; Shiva, principio dell’energia, del cambiamento; Vishnu, preservatore della forma e principio formativo. Nella trinità cristiana abbiamo Dio, il Padre, la fonte di tutte le cose, una sorta di coscienza primordiale; il Figlio, il Verbo, che è il principio formativo della natura; lo Spirito Santo, che è il soffio o l’energia divina, che provoca il moto e il cambiamento di tutte le cose.
Credo che tutto questo si rifletta nel mondo fisico, così come lo percepiamo, attraverso la fisica moderna e i principi che stanno alla base della materia dell’universo, che sono poi gli aspetti formativi dei campi di forze. I campi determinano ogni cosa. Il campo gravitazionale dà forma all’intero universo. I campi quantistici determinano gli atomi e quelli elettromagnetici le molecole. I campi morfici formano gli organismi, la disposizione dei gruppi sociali, e così via. Oltre a tutti questi campi, che formano e ordinano la natura, c’è l’energia che è il principio del moto. È ciò che fa succedere le cose, che le fa cambiare, modificare. È il principio di attività. Credo che, in definitiva, tutto ciò derivi dalla fonte divina dell’universo e sia un riflesso della natura divina, del modo in cui l’universo è in Dio e in cui Dio è nell’universo. Credo che sia possibile stabilire un contatto diretto con la coscienza di Dio tramite l’esperienza mistica. Tutte le religioni si basano sull’esperienza mistica, grazie alla quale le persone entrano in contato diretto con una forma di coscienza o intelligenza, o a volte molte forme di coscienza e intelligenza, al di là del livello umano. Tutte le religioni si basano su tale esperienza. Quindi, credi che alla base di questa percezione ci sia un’esperienza piuttosto che un dogma.
Per come la vedo io, il processo evolutivo rispecchia il principio dinamico del cambiamento che avviene nello spirito, o il principio energetico, nel suo significato più ampio. Ciò accade attraverso l’espansione dell’universo. Se l’universo non fosse in espansione, non ci sarebbe cambiamento. Al momento del Big Bang l’universo era più piccolo di una capocchia di spillo. Da allora è in continua espansione, e tale processo è guidato da una forza motrice. C’è una freccia temporale che provoca il cambiamento delle cose. Niente rimane uguale in eterno. L’intero universo è coinvolto in questo stato di sviluppo e si espande come un organismo. Tale principio di cambiamento è sempre di natura creativa. Ma così come le cose cambiano, è anche possibile che compaiano forme nuove. E tali forme nuove – come le idee nuove nella sfera umana – nascono dal nulla. Non sappiamo da dove arrivano.
Credo che nell’universo ci sia qualcosa che spinge verso il cambiamento e provoca cose come la creatività, e che poi ci sia qualcos’altro, un principio formativo, che genera forme nuove. Spesso abbiamo una proliferazione straordinario di forme nuove. Gli esseri umani hanno continuamente idee nuove (non sempre buone idee..). L’universo è pervaso da una fertilità e da una creatività straordinarie, ma le novità devono essere vagliate attraverso la selezione naturale, in modo che sopravvivano solo quelle più adatte. Quindi, credo che la creatività divina operi in due modi: uno è la produzione di forme nuove e l’altro è il principio guida, il principio dinamico di energia, o spirito, che fa in modo che ci sia sempre cambiamento.  Ciò garantisce che niente si disponga semplicemente in un assetto ripetitivo, perché l’universo non si blocca in assetti ripetitivi, ma è in continua crescita, espansione e cambiamento..

Nessun commento:

Posta un commento