(Kary Mullis, Lenoir, 28 dicembre 1944)
KARY MULLIS ha vinto il premio Nobel per la chimica nel 1993, in seguito alla scoperta della reazione a catena della polimerasi, che ha rivoluzionato gli studi nel campo della genetica. La rivista «Science» ha definito la scoperta di Mullis come uno dei più importanti progressi scientifici nella storia dell’umanità. Essa ha influenzato la cultura, la fantascienza e anche la paleobiologia. Kary Mullis ha conseguito il dottorato in biochimica presso la University of California di Berkeley. È autore di numerosi studi scientifici e del libro Ballando nudi nel campo della mente: le idee (e le avventure) del più eccentrico degli scienziati moderni (Baldini & Castoldi, 2000), nel quale esamina in maniera avvincente i grandi misteri del mondo.
Surfista e contestatore nella Berkeley degli anni sessanta, Mullis è considerato un personaggio alquanto originale e discusso, che spesso si è scontrato con le posizioni "otodosse" della comunità scientifica. È noto per essere fortemente critico nei confronti della teoria diffusamente accettata del legame HIV - AIDS, per lo scetticismo rispetto alle cause del riscaldamento globale e del buco nell'ozono. In una famosa intervista si domandò retoricamente se avrebbe mai scoperto la PCR se non avesse assunto LSD, concludendo che ne dubitava seriamente, in quanto poteva letteralmente veder lavorare i singoli polimeri e ammettendo di avere imparato parecchio grazie a tale esperienza.
Nel suo libro del 1998 (Ballando nudi nel campo della mente. Le idee (e le avventure) del più eccentrico tra gli scienziati moderni) Mullis parla della sua visione del mondo e narra di episodi curiosi ed esperienze alquanto insolite da lui esperite, parla dell'astrologia, della sua partecipazione al processo di O. J. Simpson, del suo uso di droghe, sostiene che "la scienza dei media è una fesseria" per finire addirittura con l'ipotesi di essere stato rapito dagli alieni; gli accadde una notte del 1985, in un bosco nei pressi di Mendocino County in California.
Mullis racconta come ai tempi dei suoi studi a Berkeley mandò all'autorevole rivista inglese Nature un articolo fortemente speculativo nel quale sosteneva che metà della materia dell'universo andrebbe all'indietro nel tempo: l'articolo fu pubblicato. Un ventennio dopo propose alla stessa rivista un lavoro in cui documentava la tecnica della PCR che gli avrebbe valso il Nobel, e non fu pubblicato; quest'esperienza mi insegnò un paio di cose e mi fece crescere un bel po'.
Nel 1998 è entrato a far parte dell’americana National Inventors Hall of Fame ed è professore emerito presso il Children’s Hospital Oakland Research Institute di Oakland, in California.
Altre notizie sui suoi studi e le sue attività si possono leggere nel sito www.karymullis.com
D – Qual è la sua idea a proposito del tempo?
R – È chiaro: il tempo è il modo in cui la natura evita che succeda tutto simultaneamente. Può darsi che segua una linea retta, oppure un percorso con una quantità di spire e di curve. Oppure che abbia una forma che noi non immaginiamo nemmeno.
D – Proprio come la natura..
R – Sì. Penso che la natura sia più una questione di geometria frattale che di geometria euclidea. La geometria euclidea ci dice che esistono linee, ma una linea è una cosa infinitamente sottile. Non è una riga tirata con la matita: quella è una sorta di approssimazione di una linea. In realtà una vera linea non ha spessore. Così come un punto non ha spessore e un quadrato non esiste in nessuna parte del nostro pianeta. Nemmeno un triangolo. È tutto un’approssimazione, e più lo guardiamo con attenzione, meno si vedono le somiglianze.
Se mi chiede qual è il perimetro della Gran Bretagna, potrei prendere una mappa, tracciare un cerchio intorno all’isola e dire che quello è il suo perimetro. Ma se guardiamo le cose da vicino, diventa tutto più difficile. Come posso misurare il perimetro della Gran Bretagna? Mettiamo di prendere una bacchetta lunga dieci metri e vedere quante volte dobbiamo posarla per percorrere l’intera isola. Potrei dire che ci ho messo un milione di bacchette, e che quindi la Gran Bretagna deve misurare dieci milioni di metri. Ma se prendo una bacchetta più corta, magari di cinque metri, e faccio la stessa cosa, avrò un perimetro maggiore, dato che seguirò meglio i contorni. Più la bacchetta è corta, più lungo risulterà il perimetro. Alla fine dovrò dire che la Gran Bretagna non ha un perimetro.
D – O che ha un perimetro infinito.. così, in altre parole, i limiti che percepiamo nella realtà non sono altro che creazioni arbitrarie della nostra mente?
R – Sì. Credo che i buddisti abbiano un nome per questa cosa. Si tratta dell’interpenetrabilità delle cose. Noi e l’universo siamo così..
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