martedì 14 giugno 2011

Tree of Men - Edgar Mitchell





(EDGAR MITCHELL, Hereford, 17 settembre 1930)


EDGAR MITCHELL, pilota del modulo lunare nella missione spaziale NASA Apollo 14 del 1971, è stato il sesto uomo a mettere piede sulla Luna. Oltre ai traguardi storici raggiunti come astronauta, ufficiale di marina e pilota collaudatore, ha reso anche importanti contributi come ricercatore, oltre che come scrittore e conferenziere. Negli ultimi trent’anni si è concentrato sullo studio della coscienza umana, nel tentativo di trovare un terreno comune tra scienza e spiritualità. Ha fondato l’Institute of Noetic Sciences, a sostegno della ricerca sistematica sulla natura della coscienza, soprattutto per quel che riguarda i fenomeni psichici e le tecniche di cura alternative. L’istituto è diventato uno dei più grandi centri di ricerca del mondo specializzati nello studio delle facoltà mentali ancora inspiegabili. Mitchell ha conseguito il dottorato in aeronautica e astronautica presso il Massachessetts Institute of Technology e ha ricevuto molti premi importanti e onorificenze, tra cui l’americana Presidential Medal of Freedom. È coautore di Esplorazioni psichiche in USA (1975) e di The Way of the Explorer, un diario delle missioni Apollo tra scienza e misticismo.

Il 23 luglio 2008, durante un'intervista radiofonica, Edgar Mitchell ha dichiarato di essere venuto a conoscenza, da ambienti militari e governativi, del fatto che il fenomeno UFO è reale, che ci sono stati contatti tra esseri umani ed esseri extraterrestri, e che ci sono contatti ancora in corso, senza peraltro saperne i motivi. Ha quindi confermato la teoria, sostenuta da molti ufologi, secondo cui i contatti con visitatori da altri pianeti sarebbero stati tenuti nascosti dai governi per 60 anni (teoria del complotto UFO).
Queste alcune sue parole:
« Mi e' accaduto di avere il privilegio di sapere....di avere....avere la certezza che noi siamo stati visitati su questo pianeta e il fenomeno UFO e' reale, anche se tuttavia e' stato coperto dai nostri governanti per un periodo di tempo molto lungo».

Per altre informazioni sulla biografia e sul lavoro di Mitchell si può consultare il sito internet www.noetic.org




D – Ha mai avuto un’esperienza psichedelica?
R – Sì.
D – Com’è stata rispetto all’esperienza mistica che ha vissuto nello spazio? Ci sono somiglianze?
R – Beh! Può darsi. In situazioni simili si aprono dei varchi nella mente che aumentano la percezione. Se prendiamo gli studi di Charlie Tart, capiamo che vi sono moltissimi stati di coscienza e che se si assumono droghe non si fa che raggiungere uno di questi stati. Quindi, ciò che percepiamo non sono altro che frammenti diversi di informazione, ai quali diamo significati o collegamenti diversi. Credo di aver dato un contributo fondamentale a questo campo di indagine con il cosiddetto modello diadico. Anche se non è stato ancora accettato da molti, credo che alla fine lo sarà, dato che si tratta di un modello corretto. Gliene do un piccolo saggio..
Se partiamo dal principio fisico quantistico della relatività speciale (e=mc2) vediamo che a ogni materia corrisponde una certa energia. Quindi, la materia non è altro che energia congelata, compressa o condensata. È energia in essere. Così, spieghiamo l’esistenza basandoci su un modello energetico – i diversi stati dell’energia – ma è vero anche che viviamo in un universo che, in un certo senso, è in grado di autoconoscersi. Come fa ad avere tale conoscenza? Perché noi maneggiamo informazioni, utilizziamo informazioni. Conosciamo la realtà perché possiamo utilizzare e interpretare informazioni.
Cos’è l’informazione? Sostanzialmente è energia strutturata. Quindi, diversamente che nel dualismo cartesiano, che vede le cose come separate, sappiamo che sia la nostra esistenza, sia la nostra conoscenza si basano sull’energia.  E abbiamo imparato a manipolare sempre meglio l’energia in natura. Questo è ciò di cui si occupa la fisica quantistica. E ciò di cui si ossuta la fisica in generale: considerare i fenomeni del nostro universo e crearne dei modelli comprensibili. Quindi, invece del dualismo, di due cose diverse, abbiamo l’energia come una diade. Come una medaglia a due facce:quella che chiamiamo “materia” e quella che chiamiamo “informazione”. Entrambe lavorano per aiutarci ad esistere e a sapere che esistiamo. Le nostre ricerche si basano su questo modello, e l’informazione quantistica è l’ultima frontiera.
Abbiamo parlato di informazione in generale. Le informazioni elettromagnetiche, i giornali, la televisione sono tutte forme di informazione. Ma solo di recente, abbandonato il dogma che la fisica quantistica riguardi solo le particelle subatomiche, abbiamo capito che l’informazione quantistica ha una base di realtà. È questo che ci dice l’ologramma quantistico e, dato che oggi si impiega per creare tecnologie, siamo sicuri di essere nel giusto. È servito a migliorare i dispositivi di scanner a risonanza magnetica ed è stato usato nelle tecnologie a riconoscimento facciale. C’è tutta una serie di campi nei quali ci si serve della tecnologia quantistica e dei sistemi di informazione quantistica.
Io e il mio gruppo ce ne stiamo avvalendo per cercare di comprendere meglio i processi mentali. Trent’anni fa Karl Pribram fece notare che il cervello immagazzina informazioni in maniera olografica, informazioni che percepiamo in maniera olografica. Di recente Stuart Hameroff, a Tucson, e Roger Penrose, a Oxford, hanno cominciato a lavorare sui microtuboli cerebrali, come il meccanismo che permette l’elaborazione delle informazioni, e ciò non fa che comprovare il modello olografico quantistico che stiamo studiando.
D – Secondo lei cosa succede alla coscienza dopo la morte?
R – Posso solo rifarmi all’evidenza dei fatti. Le dirò cosa penso e come affronto la questione, dato che è molto importante. Parto dal presupposto che l’universo sia naturale. Il nostro è un universo naturale, e quindi conoscibile. Se ascoltiamo Cartesio, gli uomini non possono comprendere gli aspetti soprannaturali dell’universo. Solo Dio può. Bene, io rifiuto questo postulato. Sono un positivista dello stesso stampo di Karl Popper. Anche se non siamo in grado di dimostrare i fenomeni, dobbiamo spingerci in avanti formulando ipotesi, per poi smentirle. Quindi, l’unica premessa nel mio lavoro è che l’universo è naturale e quindi cerco di comprendere la coscienza in questi termini. Ciò significa che la coscienza è conoscibile e che, se la studiamo a fondo, saremo in grado di raccogliere dati e informazioni.
Ora, sostanzialmente, abbiamo due filosofia principali: la scienza e la teologia. C’è la filosofia materialista, vale a dire la scienza. La fisica newtoniana classica ritiene che tutto si basi sulla materia e che l’interazione fra molecole sia deterministica. L’altra filosofia è idealista, fondamento della teologia, e crede che tutto sia coscienza e che la coscienza sia indipendente dalla materia. Dire questo significa dire che l’universo è inconoscibile. Io penso che l’universo sia naturale e conoscibile e che per procedere nella scienza sia necessario studiare i fenomeni soggettivi. Alla fine le risposte verranno. Finora non mi sono sbagliato. Tutte le nostre conclusioni sembrano esatte.
Credo che al momento il modello più avanzato sia quello dell’olografia quantistica, che ho sempre sostenuto e appoggiato. Sostanzialmente, ci dice che esiste una registrazione olografica degli eventi storici della materia, conservata nei suoi quanti. Tali eventi si preserva in maniera non-locale e sono quindi riconoscibili e utilizzabili dalle generazioni future. Ora, è vero che ci sono moltissimi se e ma, tuttavia è si tratta della versione più convincente.
Tutto ciò supporta l’idea che abbiamo a nostra disposizione informazioni ad un livello psichico o soggettivo, informazioni radicate in tale fenomeno olografico quantistico. Ma ciò non significa che la coscienza esista indipendentemente dal sistema vivente. Dice semplicemente che il sistema vivente può avere accesso a tali informazioni. Si tratta di una questione carica di implicazioni. A quanto pare, il fenomeno olografico quantistico è utile per la trasmissione non-locale d’informazioni in natura. (Ho scritto un saggio sull’argomento, intitolato Nature’s Mind. The Quantum Holograph).
Anche altri si stanno occupando della cosa, e la stiamo studiando a fondo. Tale fenomeno sembra responsabile non solo delle capacità psichiche, così come le conosciamo, ma forse è anche la base stessa delle nostre percezioni. Quindi, secondo tale modello, le informazioni a proposito dell’esistenza si preservano anche dopo la vita. Ancora non siamo stati in grado di dimostrare l’esistenza di un coscienza incorporea. Non so come potremo dimostrarla o studiarla. Per molti religiosi si tratta di una questione di fede, ma in quanto scienziato non so ancora come provarla. Anche se credo che abbiamo fatto passi da gigante nello studio dei fenomeni psichici, non siamo riusciti a dimostrare la vita dopo la morte..




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