giovedì 16 giugno 2011

Tree of Men - Dean Radin II




D - Tu citi Giles Brassard quando dice: «È possibile intrecciare la concezione classica e quella quantistica per ottenere risultati che sarebbero inaccessibili se ognuna fosse presa singolarmente». In che modo l’intreccio quantistico e il concetto psi si applicano alle altre discipline? Cosa vedi nel futuro?
R - Tra la varie cose, questa concezione contribuisce a spiegare come il concetto di «mente collettiva», intesa come fattore in grado di pilotare l’esistenza, possa essere reale, se immaginiamo che le forze psi sono una sorta di legame tra le menti di tutti gli uomini; anche se, come ho già detto, non è proprio del tutto così, dal momento che dicendo una cosa del genere ci si immagina una sorta di «Internet mentale». Così facendo parliamo di oggetti separati uniti tra loro attraverso sottili legami, che non è il nostro caso. Stiamo in realtà considerando un ambiente olistico, dove gli elementi non sono separati bensì formano un tutt’uno. Dal momento che il linguaggio è limitato, allora preferisco far riferimento all’espressione, più semplice, di «Internet mentale», o qualcosa di simile. Tu hai una ricca «rete mentale», che da se stessa è in grado di accollarsi la vita.
Pensa all’analogia con i diversi neuroni della tuo cervello, i miliardi di neuroni connessi in bilioni di modi, che creano quel livello di complessità indispensabile per farci acquisire consapevolezza individuale. Bene, amplifica tutto ciò per un paio di miliardi di menti in tutto il mondo e hai la possibilità della Terra vivente; una mente grande quanto la Terra. In quel caso, saremmo consapevoli? Sarei consapevole di quella che è stata chiamata la mente di Gaia? Penso che la risposta sia: la maggior parte del tempo non saremmo consapevoli di essa, allo stesso modo in cui un neurone non è consapevole di essere in un cervello pensante.
Ciononostante, essa c’è. Di tanto in tanto, potremmo averne un bagliore. Potremmo averne un bagliore quando molte menti pensano più o meno la stessa cosa allo stesso tempo. In un certo senso, questo è ciò che stiamo cercando nel Global Consciousness Project. Quindi tu puoi fare il salto di fede e dire: «Bene, assumiamo che esista qualcosa di simile alla mente di Gaia. Essa avrà, presumibilmente, pensieri, desideri, scopi e tutto il resto. Ciò significa che tutte le nostre azioni derivano, in senso evolutivo, da qualcosa di più grande di noi». Dunque, a seconda delle definizioni usate, per indicare questa forza teologica più grande che ci trascina, la gente usa termini come Dio o altri. Su questo punto io sono un agnostico. Ma mi è facile immaginare che ci siano all’opera forze intelligenti più grandi, delle quali normalmente non siamo consapevoli, che ci tirano in varie direzioni collettivamente.
Quindi, il passo successivo è: perché fermarsi alla Terra? Devono esistere creature intelligenti anche sugli altri pianeti. Forse esiste l’Internet universale, o l’Internet galattica. Puoi concepirla grande quanto vuoi. Anche queste creature sono totalmente interconnesse con essa. Quindi, dove finisce questa mente collettiva sempre più grande? La risposta è che non lo so. Cominciamo a vedere la possibilità di una mente multilivello sempre più grande e gerarchica, connessa in spazi sempre più vasti. Io esito a usare l’espressione «progetto intelligente», perché la gente va su tutte le furie quando la sente in un contesto scientifico. Ma siamo portati a pensare che esista qualcosa di simile.
Certo, in molti sensi noi viviamo in un universo meccanicistico, e comprendiamo le cose in questi termini. Ma ci sono prove molto valide che esiste qualcosa di più. Non appena compi il balzo in questo «qualcosa di più», nascono nuove possibilità di tutti i tipi.

D - Sir Roger Penrose in Inghilterra ha teorizzato che al livello della scala di Plank , la scala di Planck è di fatto informazione.
R - Sì, e anche John Wheeler. Egli si esprimeva così: «Essa da essa». Voleva dire: il suo(di essa) intendere le cose, gli oggetti e la materia, partendo da essa, significa informazione. Alla base, tutto ciò che esiste è informazione. Ci è difficile concepire questa “base” del mondo. Come può esistere qualcosa in termini di pura informazione astratta? È così lontano dal senso comune che è davvero difficile concepirlo. Ciononostante, può esserci il caso che tutta la Fisica possa basarsi su informazioni. Allora la percepiamo in un certo modo. E quando torniamo alla scala fondamentale, forse alla scala di Planck o forse al di sotto di essa, tutto è composto da frammenti di informazioni. Suona molto simile a Matrix.

D - E quello che stai studiando è il modo in cui abbiamo accesso a tali informazioni?
R - Non è tanto il modo in cui abbiamo accesso a esse… Perché in realtà noi consistiamo di quelle informazioni olistiche, siamo quelle informazioni. E la nostra esperienza lo riflette. Sai, abbiamo dei bagliori delle forme di interconnessione che esistono a quel livello. Là non si tratta tanto di informazioni: più che altro è il risultato dell’essere in un medium olistico.
In effetti, questo è ciò che tutte le esperienze psi ci stanno dicendo. E il senso comune è un modo di percepire le informazioni localizzate. Ma poiché noi siamo creati da questo medium, che è un medium interconnesso, possiamo farne esperienza diretta. Questo è ciò che siamo..



La scala di Plank: Max Plance è una delle figure più autorevoli della meccanica quantistica. La Scala di Plank – 10-33 cm rappresenta la dimensione più piccola riscontrabile nell’universo, da alcuni denominata “Schiuma quantistica”, sorgente continua di particelle virtuali.
Tali particelle comunicano per intreccio (entanglement) con le particelle dell’universo della nostra scala in base a una corrispondenza biunivoca creando informazione.

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