mercoledì 22 settembre 2010

Book therapy - Nino Salvaneschi



Se parlassimo più spesso delle cose che interessano la vita dell’anima, le sole cose che contano per il progresso vero di ognuno di noi, discuteremmo meglio del destino. Abbiamo invece progredito di poco dal giorno in cui Aurelio affermava: “Vive da solo con gli Dei chi mostra sempre l’anima soddisfatta del suo destino”.
E la Sfinge rimane ancora l’eterno quesito posto all’umanità inquieta del suo vivere.
Intanto, tutti i destini sono favorevoli per all’evoluzione della nostra vita.
Ma il destino è come il vento: quello che gonfia le vele e l’altro che rende difficile reggere il timone. E bisogna diffidare dei destini di cosiddetta fortuna.
I destini più positivi sono invece quelli contro vento: gli inquieti, i travagliati, i martoriati.
Incontrare il nostro destino è quindi certamente scritto. Accettarlo o rifiutarlo, comprenderlo o fraintenderlo, interpretarlo o lasciarlo ai piedi della Sfinge, è nostra assoluta libertà individuale.
Il vero destino dunque sta nella collaborazione intima e cosciente tra quello che ci è offerto sulle vie della vita e la nostra stessa anima..

Nino Salvaneschi, Consolazioni

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