Come tutte le celebrità che si rispettino, anche i neuroni hanno bisogno di un entourage. Nel cervello questo entourage è composto dalle cellule gliali. Le cellule gliali, dette semplicemente glia (il nome deriva da una parola greca che significa “colla”), sono in effetti ciò che tiene insieme il nostro cervello. Questa colla celebrale, scoperta nell’Ottocento e in genere ingiustamente sottovalutata, è fatta di cellule di supporto disposte attorno ai neuroni.
Per alcuni decenni, queste cellule sono state definite solo in negativo, come non neuroni. Per esempio, a differenza dei neuroni la glia non genera segnali elettrici. Ragion per cui si pensò che non influisse granché sull’attività celebrale. Ma il fatto che non emetta impulsi non significa che la sua presenza sia inutile. Se i neuroni sono i manager del cervello, le cellule gliali sono i loro assistenti personali. Portano loro elementi nutritivi e ossigeno, li proteggono da agenti patogeni, fanno in modo che le caratteristiche dell’ambiente interno rimangano costanti. Vi sono molti tipi diversi di glia, ciascuno specializzato in una o più di queste funzioni.
Ricerche recenti suggeriscono che, come molti assistenti personali, le cellule gliali facciano molto di più di quanto venga loro riconosciuto. Si è scoperto che la glia non si limita a obbedire ai neuroni, ma comunica con loro. Certi studi hanno dimostrato che la glia influenza la formazione delle connessioni tra i neuroni e interviene nei processi che fanno sì che alcune connessioni divengano nel tempo più forti. Tutto questo significa che il tessuto gliale, che gli scienziati hanno a lungo preso sottogamba, potrebbe giocare un ruolo cruciale nei meccanismi profondi della memoria e dell’apprendimento.
- Dopo la morte di Einstein, gli scienziati hanno scoperto che il suo cervello aveva un numero di neuroni assolutamente normale. Il fatto è che Einstein aveva una concentrazione stranamente alta di glia. Che fosse più evoluto della maggior parte di noi?
Emily Anthes