martedì 19 ottobre 2010

Tree of Mind - Ernst Von Glasersfeld III



[SEGUE]


Considerazioni su spazio, tempo e concetto di identità 
(parte terza)




Juan Caramuel, un nobile spagnolo che divenne vescovo di Vigevano nella seconda metà del XVII secolo, fu forse il primo a parlare esplicitamente delle costruzioni concettuali della mente. Fu anche il primo, almeno nel mondo occidentale, a capire che un sistema numerico non doveva essere necessariamente decimale. Tra una dozzina di quelli che egli progettò,  fino a quello con base 12, c’era anche il sistema binario che oggi è usato nei computer. Sembrava amasse i numeri, e alcuni dei suoi pensieri sulle radici della matematica e dell’algebra, erano molto all’avanguardia rispetto alla sua epoca. Più di 30 anni prima che Vico e Berkeley pubblicassero i loro rispettivi trattati nel 1710, Caramuel sapeva che “il numero è una cosa della mente”. Dimostrò il punto con una deliziosa storiella:


«C’era un uomo che parlava nel sonno. Quando l’orologio suonò la quarta ora, egli disse: “Uno, uno, uno, uno – questo orologio deve essere matto – ha suonato l’una quattro volte”. L’uomo chiaramente aveva contato quattro volte un colpo, non il battere delle quattro. Aveva in mente, non un quattro, ma uno preso quattro volte; ciò va a dimostrare che il contare e il considerare più cose contemporaneamente sono attività diverse. Se avessi quattro orologi nella mia biblioteca e tutti e quattro suonassero l’una nello stesso momento, non potrei dire che hanno suonato le quattro, ma dovrei dire che hanno suonato l’una quattro volte. Questa differenza non è insita nelle cose, non è indipendente dalle operazioni della mente; dipende anzi dalla mente di colui che conta. L’intelletto, dunque, “fa” i numeri e non li “trova”; considera diverse cose come distinte ciascuna in se, e come intenzionalmente unite dal pensiero».


Non conosco nessun’altra precedente menzione di “operazioni della mente”. Locke usò il termine per specificare un oggetto di riflessione, Vico lo usò ripetutamente nel suo rivoluzionario trattato epistemologico  e Berkeley certamente implicava una tale attività costruttiva in diverse note del suo Commonplace Book.  Tutti loro vennero dopo Caramuel, e nesuno di loro cercò di specificare in dettaglio che cosa queste operazioni potessero essere e come potessero funzionare.



[CONTINUA]



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